conoscere
per capire...un percorso per riconoscere l'uguaglianza nella diversit�.
Jos� Jorge CHADE
Dipartimento Scienze dell'Educazione Universit� degli studi di Bologna
L'arte ha molte
anime, una di queste � quella terapeutica. Attraverso la loro opera le
persone esprimono le loro emozioni, gli stati d'animo, i desideri pi�
nascosti; � un modo di dare forma, movimento e colori alle loro paure, e
in un certo senso, di liberarsene; chi si sa esprimere non ha paure n�
angosce e questo fa parte dell'attivit� che i laboratori teatrali di
Diverse Abilit� propongono alle persone. Le tecniche espressive assumono
in questa situazione laboratoriale un significato di sviluppo e di crescita
sia dal punto di vista relazionale che della percezione di s�. La persona
si sente incoraggiata all'espressione del suo mondo interno, stimolato ad
essere in comunicazione col mondo esterno, e le sue prestazioni vengono
riconosciute in base allo sforzo impiegato nell'esecuzione; quindi
l'attivit� risulta ristrutturante dell'autostima e maturativa nel senso
dell'acquisizione di progressive autonomie e responsabilit� nel portare a
termine il prodotto.
Alla parola solo detta si sostituisce una
comunicazione pi� globale, quella che riconosce alla persona la sua
originalit�.
Una "originalit�" che acquista senso, valore,
senza diventare affermazione di qualcuno che ha di pi�, che pu� di pi�,
che ha il potere di definire l'altro, ma � espressione della ricchezza
creativa di ciascuno. La dimensione creativa di un laboratorio cos�
articolato facilita agli attori disabili e non, la scoperta delle proprie
possibilit�, di risorse che non si conoscevano o non avevano avuto
precedentemente occasione di emergere.
Questo si esperimenta in una ricerca
piacevole di soluzioni nuove, possibilit� sempre aperta di andare di l�
dal convenzionale, del gi� dato, del gi� conosciuto per scoprire modi
diversi, pi� dinamici di esprimersi, di relazionarsi.di
accompagnarsi, .di integrarsi.
Il Laboratorio Diverse Abilit� �
integrazione, ed "una buona integrazione non pu� ridurre un deficit,
e se vi fosse questa illusione, sarebbe un motivo di grande delusione.
Invece una buona integrazione deve poter ridurre gli handicap. Occorre
quindi ridurre insieme, dialogando, e quindi conoscendo" (A. Canevaro,
2000).
Il
teatro costituisce uno sfondo integratore molto forte e parallelamente un
momento ideale per attivare una vera relazione d'aiuto. La forza
autentica della scoperta e dell'incontro con l'altro pu� essere solamente
la fede in lui e nelle sue potenzialit�. ( Chieregatti. La relazione
d'aiuto,pp.111-112, 1999.)
Il fatto di costituire una cooperativa integrata
mette in moto dinamiche individuali che per� devono essere condivise in
una vera e propria relazione d'aiuto." L'aiuto �, evidentemente
unilaterale, il soggetto che aiuta ha bisogno di conoscere chi � aiutato e
questa conoscenza si sviluppa unilateralmente. Certo pu� anche richiedere
e pretendere che chi � aiutatosi impadronisca di alcune conoscenze che ne
permettano una maggiore autonomia. Ma anche queste conoscenze sono dettate
da una conoscenza superiore che � propria di chi aiuta.
Guardando un'altra
logica, chi aiuta conosce parzialmente la situazione in cui entra e ritiene
di non avere mai la possibilit� di conoscerla totalmente. Ha bisogno
comunque di essere aiutato a sua volta da chi � aiutato" (Canevaro.
"La relazione di aiuto", pp87-88,1999)
Nel News numero � Diverse
Abilita, marzo-aprile 2000 Ivana Conte (Coordinatrice del Progetto) dice"., l'obiettivo
� certamente anche quello di andare in
scena, perch� di una compagnia integrata si tratta, ma la preoccupazione
non � immediatamente il "quando" ma il "come" farlo,
con quali obiettivi, con quale attenzione ai percorsi formativi e
alla diversit� di approccio e di ricezione del lavoro da parte di
ognuno..."
Dalla mia postazione di osservatore esterno posso dire che
il cammino di Diverse Abilit� � proprio quello che sta percorrendo e,
siccome non si tratta di un cammino gi� costruito precedentemente, bisogna
andarci tranquilli per non rischiare di appoggiarsi in posti a
rischio di frane. Questo tipo di lavoro ci chiede di saper aspettare,
nonostante i risultati conseguiti fanno capire che i tempi non saranno
lunghi.
Dal punto di vista pedagogico- scientifico e medico- tecnico il
Laboratorio copre due importanti funzioni della riabilitazione, quella
socioculturale e quella filosofica, considerando che guarda ampiamente la
persona in situazione di handicap, la prima davanti alla famiglia e alla
societ� e la seconda attraverso l'attenzione nel capire su come la persona
in situazione di handicap guarda se stesso.
La risposta ai bisogni
dell'individuo che sia considerato nella sua unit� al tempo stesso
cognitiva, corporea e relazionale, esige un rapporto flessibile tra le
competenze. Occorre, come afferma Andrea Canevaro: "compiere un atto
di eresia", "uscire da una regolamentazione rigida, consentirsi
trasgressioni, incontrarsi nel rischio non nel gi� dato (.)
saper costruire rapporti sempre diversi (.) aver presente i dati e saperli
sempre riorganizzare in funzione di un'apertura verso." In questo modo
si pu� affermare che il lavoro di teatro integrato ha un forte filo
conduttore verso l'umanizzazione e la qualit� della vita in cui solamente
sono possibili sensi e significati |