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Vero è che il Tesoro nazionale spagnolo era esausto, ma quella bene-
detta guerra contro i Mori avrebbe potuto, da un momento all'altro, vol-
gere a fine e, forse, nell'euforia della vittoria, i Sovrani sarebbero stati
maggiormente propensi a dare l'auspicato assenso per la spedizione.

    Il dominio dei Mori nella Penisola Iberica era, ormai, ridotto ad una
estensione minima: si trattava del solo territorio di Granata. Màlaga era
già caduta fin dal r8 agosto 1487, rimanevano, perciò, da espugnare Baza,
alcune località minori e la capitale Granata.

    Dal campo di Màlaga - in cui Colombo s'era trovato, perchè costretto
a seguire i Reali e a tenersi a loro disposizione - conservava un grato
ricordo: l'incontro con una gran dama di Corte, che divenne, in seguito,
una sua valida protettrice.

    Un giorno, un Moro fanatico s'era furtivamente introdotto nel campo,
spagnolo col proposito di uccidere quei Reali, i quali - secondo lui ,--
perseguitavano la sua religione. Se non che, imbattutosi nella bella dama
di Corte Beatriz Hernandez de Bobadilla, moglie del vecchio Marchese di
Moya, Andrea de Cabrera, e affezionata amica d'infanzia della regina Isa-
bella, l'aveva scambiata per quest'ultima e l'avrebbe uccisa, se la presenza di
spirito del Nostro, che, per caso, le si trovava vicino, non l'avesse salvata.

    Da quel momento, la bella Marchesa concepì una grande simpatia
per il Gen~vese e agì sempre in suo favore presso l'amica regina.

    Alcuni storici fecero varcare ai due protagonisti di questo casuale in-
contro i limiti della semplice ammirazione e della simpatia, di maniera
che i loro sentimenti avrebbero degenerato in una colpevole passione amo-
rosa - il che ha fornito argomento a produzioni romanzesche e teatrali
varie - ma non esistono altri indizi, all'infuori di quelli che possono
essere stati originati dagli immancabili pettegolezzi della Corte.

    Il savonese Michele da Cuneo, che fu compagno di Colombo nella sua
seconda spedizione atlantica, se ne mostrò convinto, perchè lo scrisse per-
sino in una famosa lettera, della quale diremo a suo tempo. E ritorniamo
alle preoccupazioni che attanagliavano il Nostro.

    La decisione di ritornare in Spagna era, dunque, inevitabile. Ora si
proponeva di sottoporre ai Reali una specie di aut aut: o intendersi o
lasciare il suolo di Spagna! Non c'era via di mezzo e, se del caso, sarebbe
passato in Francia o in Inghilterra, tanto più che del fratello Bartolomeo,
inviato presso quest'ultima Nazione, non aveva notizia alcuna.

    Se dal punto di vista pratico o di esecuzione del progetto, questo breve
ritorno in Portogallo s'era dimostrato sterile di proficuo risultato, vice-
versa, dal punto di vista teorico o di concezione, aveva guadagnato mol-
tissimo in robustezza e vigore. E ciò perchè il Genovese aveva potuto co-
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