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di tentare qualcosa che, se fosse riuscita, avrebbe ridondato in favore del-
l'Ammiraglio, aggiunge che il Vespucci ebbe sempre desiderio di fargli
piacere, che era persona molto dabbene, che la fortuna gli era stata con-
traria, come a molti altri e che le sue fatiche non gli avevano fruttato quel
profitto che si sarebbe meritato.
Evidentemente, questo non è linguaggio usato fra rivali!
Circa, poi, l'accusa di avere bassamente intrigato per soppiantare Co-
lombo e battezzare la metà della Terra col suo proprio disonesto nome,
spiegheremo, a suo tempo, come l'imposizione del nome del Vespucci al
Nuovo Mondo sia stata proposta da altri a completa insaputa del Fiorentino.
S'è già detto della febbre che ardeva nelle vene dell'Ammiraglio perchè
s'affrettassero i preparativi della spedizione e dei motivi che ne lo sospin-
gevano, e come di fronte a tale riconosciuta necessità, facesse riscontro la
lentezza, che proveniva unicamente dall'Ufficio dell'Ordinatore Generale
della Marina. Era quello l'Ufficio cui era stato preposto Don Juan Rodri-
guez de Fonseca che, da arcidiacono di Siviglia, era ormai divenuto ve-
scovo di Badajoz.
Alle dipendenze del Fonseca stavano alcuni funzionari regi i quali,
in quanto a simpatia verso l'Ammiraglio straniero e le sue spedizioni, con-
dividevano i sentimenti ostili del loro capo: indugi, tirchierie, esosità, pun-
tigli, tutto ciò, insomma, che potesse intralciare l'opera dell' audace stra-
niero - reo soltanto d'aver conquistato di colpo gloria fulgidissima e me-
ritata stima da parte della Sovrana - veniva sistematicamente praticato in
tale Ufficio!
Ad ogni modo, poichè per questa terza spedizione erano state assegnate
otto caravelle, Colombo, non appena potè avere a disposizione le prime
due caravelle, le caricò di vettovaglie e le spedì subito all'Española.
83. L'incidente fra l'Ammiraglio e il funzionario regio Ximeno de Bri-
viesca. - Il braccio destro del Fonseca, nel di costui Ufficio, era costituito
da un certo Ximeno de Briviesca, un ebreo da poco convertito, il quale
godeva la più sconfinata fiducia del suo Capo, che, fra l'altro, lo adope-
rava nell'esecuzione di basse vendettucce, nelle quali la sua persona do-
veva rimanere apparentemente estranea, e ciò per non compromettere la
dignità dell'abito che indossava e il prestigio della propria carica, specie
di fronte ai Sovrani che gliela avevano conferita. In altri termini, il Bri-
viesca era una specie di sicario dalle gesta incruente, ma egualmente mal-
vage, e la sua carriera alle dipendenze del Fonseca, con un protettore di
tale calibro, procedeva a gonfie vele.