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Dopo il 5 febbraio 1505 l'Ammiraglio deve aver lasciato Siviglia, perchè
nel successivo maggio lo ritroviamo già a Segovia, dove risiedeva allora la
Corte e in tale mese risulta che lui e il fratello Bartolomeo ottennero una
udienza dal Sovrano per presentargli i loro devoti omaggi.

    In tale occasione l'Ammiraglio ripetè a viva voce tutto quello che gli
aveva scritto in precedenza e, al solito, dalla bocca di re Fernando ven-
nero fuori frasi garbatissime e promettentissimè in quanto che trovava
inumano che l'Ammiraglio, con tutti gli eminenti servizi che aveva reso
alla Spagna, languisse nella miseria, ma per quanto riguardava la richiesta
di nominare, in di lui sostituzione, perchè oramai vecchio ed ammalato,
il figliuolo primogenito Diego, giusta le convenute Capitolazioni, il So-
vrano trovò una scappatoia che, in altro caso, non avremmo esitato a de-
finire brillante.

    Dopo la morte della Regina Isabella, lui era Reggente temporaneo di
Castiglia e ciò fino all'arrivo dei nuovi Sovrani di Castiglia, la figlia Juana
e il genero Arciduca Filippo d'Austria, arrivo che era previsto imminente.
Orbene, in tale stato di cose, non spettava a lui, ma ai nuovi Sovrani, deci-
dere intorno alla nomina di un sÌ alto dignitario e, quindi, la necessità di
attendere l'insediamento di questi ultimi. Se non era sincera la scusa, era,
però, ben trovata!

    E, forse, in questa medesima occasione, il furbo Sovrano, con ostentata
premura di venire incontro alle poco floride condizioni finanziarie dell' Am-
miraglio, gli propose di accettare lì per lì, in cambio delle precedenti con-
cessioni, la signoria di Carrion de los Condes, un piccolo borgo del Leén,
cui sarebbe stata aggiunta una magra pensione sui fondi della Corona,
offerta che il Genovese, nonostante lo stato di bisogno in cui si trovava,
si guardò bene dall'accettare.

    Nella primavera del 1506, essendosi la Corte trasferita da Segovia
a Valladolid, anche lui passò in quest'ultima città, sempre al seguito
del Sovrano. Era desiderio di re Fernando recarsi a La Corufia per ab-
bracciare la figlia e il genero che, provenienti dalle Fiandre e sbattuti in
Inghilterra da una fortuna di mare, dovevano sbarcare in quel porto della
Galizia.

    Anche l'Ammiraglio avrebbe voluto recarsi a La Corufia per porgere il
benvenuto e i propri devoti omaggi alla giovane coppia regale, nonchè per
chiedere l'emanazione del provvedimento che gli stava tanto a cuore e che,
in fondo, rappresentava un mero atto di giustizia, derivando esso dalle con-
venute Capitolazioni. Ma una nuova malattia - pare che si sia trattato di
un principio di paralisi - lo inchiodò a letto e non gli permise di lasciare
Valladolid.
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