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Tutto questo e tutto il fervore della vita che si svol-
ge all' aperto, è possibile vedere sulla luminosa riva del
mare, dove le onde del Golfo brillano allegramente: al
tramonto i pasti a base di maccheroni, la vendita di fiori
che va avanti per tutto il giorno, e accattonaggi e furti
per ogni dove e ad ogni ora. Noi, che pur siamo amanti e
ricercatori del pittoresco, non dobbiamo fingere di igno-
rare la depravazione, la degradazione e la miseria a cui è
irrimediabilmente legata l'allegra vita di Napoli! Non è
giusto giudicare repellente Saint Giles e attraente Porta
Capuana! Un paio di gambe nude ed un lacero fazzolet-
to rosso non sono forse sufficienti a sottolineare tutta la
differenza che passa fra ciò che è interessante e ciò che è
rozzo e degno di disgusto? Pur dipingendo e celebrando
in versi in eterno, se volete, le bellezze di questo lembo di
terra bellissimo e amenissimo, cerchiamo, come è nostro
dovere, di sviluppare la nuova visione di un pittoresco
che abbia dentro di sé una qualche traccia del destino e
delle capacità umane! Ed io credo che si possa sperare
di trovarlo più fra il ghiaccio e le nevi del Polo Nord che
in mezzo al sole e allo splendore di Napoli.
Capri, un tempo resa odiosa da quella bestia divi-
nizzata che fu Tiberio, Ischia, Procida, e le altre mille
lontane bellezze del Golfo, sono laggiù nel mare azzur-
ro e la foschia ed il sole le fanno mutare venti volte al
giorno: ora vicinissime, ora remote, ora invisibili. Attorno
a noi si distende la più bella regione del mondo. Sia che
si volgano i passi verso la spiaggia di Miseno col suo
splendido anfiteatro d'acqua e, passando per la Grotta
di Posillipo, si giunga alla Grotta del Cane e di lì a Baia;
sia che si prenda la via opposta che mena al Vesuvio e a
Sorrento, è un susseguirsi di viste deliziose. In quest'ultima
direzione - dove, su ogni porta ad arco vi sono innume-
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