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l'immediata ed irreparabile rovina del loro abbigliamento.
Il signore corpulento viene scongiurato di lasciare anch'egli
la lettiga e di farsi scortare nello stesso modo; egli resta
fermo, però, nell'idea di farsi trasportare giù allo stesso
modo in cui era stato portato sopra, sostenendo che non
è verosimile che i suoi quindici portatori inciampino tut-
ti assieme e che ciò gli dà più fiducia dell' affidarsi alle
proprie gambe.
Così disposti, cominciamo la discesa: a volte ritti sulle
gambe, a volte trascinandoci sul ghiaccio, procediamo
molto più silenziosamente e lentamente rispetto all' ascesa,
di continuo messi in allarme dalla caduta di qualcuno che
sta dietro di noi e che, attaccandosi con pertinacia alle
caviglie del primo che gli capita, mette a repentaglio la
marcia di tutto il gruppo. Non è possibile, inoltre, che la
lettiga ci preceda ed il vederla comparire minacciosamente
alle nostre spalle, e sopra di noi, con l'uno o l'altro dei
portatori immancabilmente per le terre ed il signore cor-
pulento con le gambe immancabilmente all' aria, costituisce
per noi motivo di ansia e di spavento. Abbiamo fatto, così,
pochissima strada fra ansie e paure, ma anche con gran-
dissima allegria e, sebbene ognuno di noi sia caduto più
volte e sia rimasto più volte impacciato nello scivolar giù,
ci siamo anche espressi sulla spedizione, considerandola
coronata da pieno successo. Quand' ecco che Mr. Pickle di
Portici, proprio mentre rileva che non gli era mai capitato
di vivere una esperienza così insolita, inciampa, cade, si
libera con ammirevole presenza di spirito della stretta di
quanti gli stanno intorno, si tuffa in avanti a capofitto e
rotola giù per tutta la superficie del cono!
Alla luce della luna lo vedo (e l'ho sognato spesso)
rotolare come una palla di cannone sul bianco ghiaccio, fra
lo sgomento dei presenti che non possono recargli aiuto.
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