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Quasi contemporaneamente udiamo un grido dietro
di noi ed un uomo, che reggeva sulla testa un cestino con
abiti di ricambio, ci rotola accanto alla stessa spaventevole
velocità, seguito da un ragazzino. Siamo al colmo delle
disgrazie! In tutto questo, gli altri ventotto alzano urla così
alte, che un branco di lupi sarebbe musica al confronto!

     Quando raggiungiamo il punto in cui avevamo la-
sciato i cavalli, troviamo Pickle di Portici frastornato,
sanguinante e ridotto ad un cumulo di stracci ma, grazie
a Dio, con tutte le ossa intere! E certamente, nel vedere
un uomo vivo e vegeto e ben fermo sulle gambe, non ci
capiterà più di provare il piacere che adesso egli ci riserva
tentando addirittura, contuso e indolenzito com'è, di mi-
nimizzare l'incidente. Il ragazzo viene portato all'Eremo
della Montagna mentre siamo intenti a cenare. Dell'uomo
abbiamo notizie qualche ora dopo: anch' egli è contuso e
stordito, ma tutto intero, visto che la neve, per fortuna, ha
ricoperto e rese inoffensive tutte le più grosse sporgenze
di roccia e di pietra.

     Dopo aver allegramente pasteggiato e riposato da-
vanti ad un fuoco fiammeggiante, rimontiamo a caval-
lo e continuiamo a scendere in direzione della casa di
Salvatore; molto lentamente, però, dal momento che il
nostro con tu so amico riesce a malapena a reggersi in sella
e a sopportare il dolore che il movimento gli procura.
È notte fonda o, per dir meglio, mattina presto quando
arriviamo, eppure tutti gli abitanti del villaggio sono lì
ad aspettare presso il cortiletto, lo sguardo rivolto alla
strada donde siamo attesi. Il nostro arrivo è salutato da

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